Vaccino contro lo Pneumococco
Cos'è lo pneumococco?
Lo pneumococco è un batterio, responsabile di un ampio gruppo di malattie che includono otiti, polmoniti, meningiti e sepsi a seconda della parte del colpo colpita. Si distinguono in infezioni invasive, che colpiscono organi vitali o il sangue con conseguenze molti gravi, e infezioni non invasive, che si risolvono facilmente senza danni permanenti.
L'importanza della prevenzione
Con oltre 95 tipi immunologicamente distinti, lo pneumococco può provocare conseguenze gravi, in particolare nella popolazione anziana, più esposta alla malattia. Stime del 2015 mostrano che il costo delle conseguenze negative da pneumococco ammonti a 120 milioni di euro in 5 anni.
In Italia il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale prevede l’offerta della vaccinazione anti-pneumococcica nei neonati, al 3°,5° e 11° mese. Non sono previste ulteriori dosi di richiamo negli anni successivi. Per quanto riguarda la popolazione anziana (over 65) e i soggetti a rischio è raccomandata la vaccinazione anti-pneumococcica con una prima dose di vaccino coniugato (Primario), seguita ad almeno 2 mesi di distanza da una dose di vaccino polisaccaridico (Booster).
I vaccini per adulti contro il pneumococco sono 2:
- primario > prevenar13
- booster > pneumovax23Per il vaccino Vaxchora è prevista 1 dose, che può essere somministrata a partire dai 2 anni di età. La vaccinazione dovrebbe essere effettuata almeno 10 giorni prima della possibile esposizione al virus. Secondo studi recenti sarebbe indicato un richiamo dopo 2 anni.
Sono tre i vaccini più comuni: il 13-valente e 10-valente, vaccini coniugati contro rispettivamente 13 e 10 sierotipi, e il 23-valente, vaccino polisaccaridico contro 23 sierotipi che immunizza contro oltre il 90% delle infezioni gravi.
È somministrata per via sottocutanea o intramuscolare.
Gli effetti indesiderati più comuni sono dolore e arrossamento del sito di iniezione, malessere, febbre, irritabilità e mal di testa.La vaccinazione deve essere rimandata in presenza di febbre alta. È da evitarsi si sono avute in passato reazioni allergiche gravi al vaccino o a una delle sue componenti. Un caso di malattia invasiva pneumococcica (in cui il batterio è penetrato in ambienti sterili come il sangue o il liquido spinale) nel passato non costituisce una controindicazione. Durante la gravidanza e l’allattamento è importante consultarsi con uno specialista per valutare se rimandare la somministrazione.
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