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Poliomielite

INFORMAZIONI SULLA MALATTIA

La poliomielite, o polio, è una malattia infettiva di origine virale, estremamente contagiosa, causata da tre diversi tipi di poliovirus (1,2,3), appartenenti al genere degli enterovirus.

In alcuni Paesi le condizioni igienico-sanitarie precarie, il malfunzionamento degli impianti fognari, l’accesso difficoltoso all’acqua potabile, vivere a stretto contatto e l’assenza di sistemi di sorveglianza sanitaria sono tra le principali cause di infezione. Nel mondo occidentale, grazie alle estese campagne di vaccinazione, le infezioni causate dal polio-virus sono controllate (diminuzione del 99% dei casi, dal 1988).

Il responsabile della poliomielite è il poliovirus, un virus del genere enterovirus dotato di capside (la struttura proteica che racchiude l’acido nucleico), con un genoma a RNA a singola elica, di cui esistono tre sierotipi: PV1, PV2, PV3, distinti dalla composizione del capside.
Una volta invaso l’ospite, il virus si trasferisce nell’intestino e lì comincia a replicarsi, dando luogo ai sintomi della malattia. Nello specifico può rimanere nell’intestino (in questo caso i sintomi sono tendenzialmente lievi o assenti), oppure penetrare nel sangue, raggiungendo il sistema nervoso centrale.

È una malattia a trasmissione oro-fecale, può cioè essere trasmessa per via diretta, attraverso il contatto con le feci o urine dei soggetti malati, o per via indiretta attraverso l’ingestione di cibi o bevande contaminati. Può essere anche trasmessa tramite la saliva o le goccioline emesse con i colpi di tosse o gli starnuti da soggetti infetti. Il virus può colpire le persone a qualsiasi età, ma generalmente i soggetti più vulnerabili sono i bambini al di sotto dei 5 anni.

Grazie al programma di eradicazione avviato nel 1988, la polio è diventata una malattia molto rara, particolarmente nei Paesi industrializzati. In alcune aree in via di sviluppo dell'Africa, e del Medio Oriente la malattia rappresenta un problema di salute pubblica. L'OMS stima che annualmente i casi di poliomielite siano 200.000.

Generalmente, il periodo di incubazione della poliomielite varia da 4 a 35 giorni.
I sintomi si manifestano inizialmente con febbre, sensazione di debolezza, cefalea, irrigidimento del collo, dolori muscolari e vomito. Per l’1% dei soggetti colpiti, il virus invade il sistema nervoso causando a una paralisi irreversibile (solitamente a carico degli arti inferiori). Di questi, il 5-10% esita nel decesso a causa della paralisi dei muscoli respiratori.

Alcune delle caratteristiche che consentono l’identificazione della malattia sono rigidità al collo e alla schiena, dolore alla schiena, difficoltà a respirare e a deglutire e la presenza di riflessi anomali. La diagnosi può essere poi confermata dopo un esame per l’agente specifico su un campione di espettorato o liquido cerebrospinale o su campione di feci nei primi giorni dall’esordio della malattia.

Non esiste ad oggi un trattamento specifico per le infezioni da poliomielite.
La cura si basa sul trattamento dei sintomi e il supporto delle funzioni vitali e prevede una varietà di interventi che vanno dal semplice riposo nei casi lievi, all’uso di antidolorifici e antipiretici per i sintomi simil-influenzali, fino all’impiego di ventilazione assistita, fisioterapia e tutori per far fronte alle problematiche più gravi.

 

La poliomielite è diffusa con una maggiore prevalenza nelle aree dove le condizioni igieniche sono scarse e dove non sussiste un’adeguata rete di controllo e governance della salute pubblica. L’unica arma per contrastare la diffusione del poliovirus è rappresentata dal vaccino, che protegge con efficacia da tutti i sierotipi del virus.
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