Morbillo
Il morbillo è una malattia molto contagiosa, che si trasmette facilmente per via aerea colpendo i soggetti di tutte le età che risultano negativi al virus. È causata dal virus Measles Morbillivirus, isolato per la prima volta nel 1954 a Boston.
Il morbillo è endemico in tutto il mondo. Globalmente, rimane una significativa causa di decesso per i bambini al di sotto dei 5 anni di età; nel 2015 sono stati 134.200 i decessi per morbillo.
Al microscopio appare di un diametro compreso tra 100 e 250 nm, dove il genoma è racchiuso da un nucleocapside, che a sua volta è rivestito da un doppio strato lipidico al quale sono inserite due proteine glicosilate; l’Emoagglutinina, responsabile dell’adesione alle cellule bersaglio, e la Proteina di Fusione che garantisce la fusione con la membrana cellulare delle cellule suscettibili.
L’uomo rappresenta l’unico serbatoio del virus, dove alberga nelle vie respiratorie e viene eliminato nelle secrezioni nasofaringee. Il virus risulta essere poco resistente agli agenti chimici e fisici, mentre nelle goccioline con cui viene eliminato dal soggetto malato può resistere nell’aria per 2 ore e di conseguenza infettare altre persone.
Il morbillo si trasmette per via aerea, principalmente tramite droplets (piccole particelle emesse dall’apparato respiratorio durante i colpi di tosse, starnuti o anche soltanto parlando) a breve distanza, generalmente inferiore a 1 metro.
Non è da trascurare inoltre la possibilità che il morbillo possa essere trasmesso con particelle di aerosol. In particolari situazioni, come ad esempio in una stanza poco arieggiata, il virus può sopravvivere per circa 2 ore infettando le persone suscettibili che inalano l’aria contenete il virus.
Nell’epoca pre-vaccinale il morbillo cagionò numerose vittime in tutto il mondo. Verificandosi sotto forma di epidemie circa ogni 2-3 anni causava, secondo i dati dell’OMS, 2.6 milioni di morte ogni anno.
Solo grazie alla scoperta del vaccino e all’immunizzazione vaccinale, partita dal 1960, il quadro epidemico è cambiato radicalmente. Dall’analisi degli ultimi dati pubblicati da parte dell’OMS, il tasso di mortalità per morbillo tra il 2000 e il 2018 ha subito una notevole diminuzione, con una percentuale del 73% in meno in tutto il mondo. Durante questo periodo sono state salvate circa 23.2 milioni di vite.
Purtroppo, nonostante la disponibilità da oltre 50 anni del vaccino, il morbillo rimane una principale causa di morte della popolazione infantile, in particolare nei bambini al di sotto dei 5 anni. Nel 2018 furono registrate, a livello mondiale, 140.000 vittime di morbillo, la maggior parte bambini.
A livello nazionale, il morbillo dal 1970 fino agli anni Novanta ha presentato dei picchi epidemici piuttosto alti. Con l’introduzione della vaccinazione e in particolare con l’aumento della copertura vaccinale a partire del 2000 i casi sono sempre in calo, ma non in linea con gli obiettivi dell’OMS e del Piano nazionale di eliminazione del morbillo. Secondo uno studio pubblicato recentemente, l’Italia non ha potuto raggiungere l’obiettivo di eliminare il morbillo entro il 2015 ma contrariamente, tra il 2014 e il 2015 i casi sono leggermente aumentati. Si ipotizza che questo aumento sia dovuto alla circolazione di nuovi ceppi d’importazione legati ai viaggi internazionali.
I sintomi del morbillo iniziano a manifestarsi in media dopo circa 10 giorni dall’esposizione alla fonte di contagio, ma il periodo d’incubazione può variare da un minimo di 7 ad un massimo di 18 giorni.
La manifestazione clinica della patologia si può distinguere in 3 fasi:
- La fase prodromica o delle mucositi o catarrale: dura circa 4-5 giorni, caratterizzata dalla comparsa della febbre, raffreddore, coinvolgimento delle mucose orale, congiuntivale e nasale con produzione di catarro. I soggetti infetti possono lamentare fotofobia, ovvero sensibilità alle fonti di luce, occhi congestionati e lacrimazione. A livello del cavo orale la mucosa appare arrossata e tumefatta, osservando il palato molle invece si evidenziano delle piccole petecchie. Intorno al secondo o terzo giorno della fase prodromica compaiono degli elementi puntiformi biancastre tipiche della malattia del morbillo note come “macchie di Koplik”, che scompaiono nel giro di 1 o 2 giorni.
- La fase esantematica: dura circa 4-5 giorni, caratterizzata dalla comparsa di un esantema maculo papulare rossa ad evoluzione in senso cranio- caudale. Inizia dalla regione retro-auricolare e dalla nuca per poi diffondersi sul volto, tronco e gli arti superiori e successivamente sul resto del corpo causando prurito. Queste macchie dopo circa 24/48 ore tendono a confluire formando una chiazza unica assumendo un colore più scuro. La febbre in tale fase continua a persistere e si può notare un modesto gonfiamento dei linfonodi angolo-mandibolari e cervicali posteriori.
- La fase di convalescenza: ovvero la fase della risoluzione della malattia, l’esantema in questa fase tende a regredire nello stesso senso della sua comparsa, quindi in senso cranio-caudale. Lasciando una colorazione tendenzialmente di colore brunastra accompagnata da una desquamazione simile alla forfora e scomparsa della febbre.
Complessivamente, il morbillo si risolve del giro di circa tre settimane, con un decorso benigno, provocando un’immunità permanente nel tempo. In alcuni casi l’infezione può però evolversi in forme cliniche molto gravi, soprattutto nei soggetti a rischio. Le complicanze del morbillo si manifestano in circa il 30% dei casi con conseguenze a volte particolarmente gravi. Le maggiormente parte delle complicazioni sono dovute a superinfezioni batteriche a carico dell’apparato respiratorio come; otiti, laringiti, broncopolmonite batterica e polmonite interstiziale. Un’ulteriore complicanza nota del morbillo è la diarrea. Si possono verificare anche complicanze neurologiche come l’encefalite, provocando disabilità intellettive, o l’encefalite subacuta sclerosante, condizione fatale, ma molto rare che si verifica dopo anni dalla malattia (circa 7/10 anni). Altre complicanze sono quelle a carico dell’apparato cardiaco, oculare e immunitario (piastrinopenia). Il virus, attaccando il sistema immunitario, determina una depressione dell’immunità cellulare che può causare la riattivazione di una tubercolosi latente. Diversi studi hanno dimostrato che in alcuni soggetti il virus è in grado di causare danni al nostro sistema immunitario rendendolo più vulnerabile nei confronti di infezioni che normalmente non recano danni gravi, come l’influenza. Da non dimenticare le complicanze del morbillo nelle donne in gravidanza, in cui viene associato un rischio di aborto spontaneo, parti prematuri e morte intrauterina, quest’ultima aumenta quando l’infezione avviene durante il primo e il secondo trimetre di gravidanza. In prossimità del parto in vece aumenta il rischio del morbillo neonatale.
La diagnosi del morbillo viene accertata tramite una valutazione clinica della sintomatologica del paziente. Le macchie di Koplik sono un segno tipico della malattia del morbillo che porta alla sua diagnosi durante la fase prodromica.
Si possono effettuare indagini di laboratorio per la ricerca delle immunoglobuline specifiche per il morbillo di classe IgM che compaiono dopo circa 1-2 giorni dall’eruzione cutanea, indicando un’infezione in corso.
Un’ulteriore possibilità di diagnosi si basa sulla ricerca del virus nelle secrezioni respiratorie tramite la tecnica della PCR (Polymerase Chain Reaction).
È stato testato l’utilizzo di un farmaco antivirale, la ribavirina, nei soggetti immunocompromessi con complicanze gravissime da morbillo, ma viene considerato un farmaco sperimentale.
L’OMS raccomanda la somministrazione della vitamina A nei soggetti affetti dal morbillo, soprattutto nei bambini, in quanto è stato dimostrato che nei casi di malnutrizione e di carenza di tale vitamina aumenta il rischio di complicanze da morbillo.
L’unica arma efficace contro la malattia del morbillo è il vaccino, considerato tra i vaccini più sicuri ed efficaci che garantisce un’immunità duratura nel tempo. È un vaccino obbligatorio che viene somministrato sotto forma di un vaccino trivalente o tetravalente. Il trivalente previene le infezioni da morbillo, parotite e rosolia chiamato MPR, mentre, il quadrivalente previene le infezioni contro morbillo, parotite, rosolia e varicella detto anche MPRV.
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