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Herpes Zoster

INFORMAZIONI SULLA MALATTIA

L’Herpes Virus Umano 3 (HHV 3) o Virus Varicella-Zoster è un virus a DNA che appartiene alla famiglia Herpesviridae ed è un alfa-herpesvirus. Si tratta di un virus endemico sul nostro territorio che causa prevalentemente infezione in età infantile, determinando l’insorgenza della varicella.

La varicella è una malattia esantematica del bambino che, una volta contratta, determina immunità permanente. Il virus non viene però eliminato dall’organismo e rimane latente nei gangli spinali; se il virus latente va incontro a riattivazione causerà l’insorgenza dello Zoster o del Fuoco di Sant’Antonio.

L’infezione da varicella generalmente determina immunità permanente nei soggetti immunocompetenti, ma il virus non viene eliminato dall’organismo e rimane latente nei gangli nervosi delle radici spinali. Il virus latente può andare incontro a riattivazione in circa il 10-20% dei casi, evento che solitamente si verifica in soggetti di età intorno ai 50 anni. La riattivazione del virus determina l’insorgenza dello Zoster o Fuoco di Sant’Antonio, che si manifesta con un’eruzione cutanea a livello dei dermatomeri corrispondenti al ganglio di latenza, solitamente monolateralmente. Le lesioni cutanee a livello dei dermatomeri interessati vengono definite lesioni a grappolo di tipo vescicolare. La sintomatologia di questa patologia è il dolore a livello dell’eruzione, spesso molto intenso accompagnato da bruciore e prurito. Questa condizione può determinare anche l’insorgenza di sintomatologia sistemica come febbre, mal di testa e senso di affaticamento. Nel caso in cui il dolore legato a questa condizione persista per oltre un mese si parla di “nevralgia post-erpetica”.

La varicella è una malattia endemica in tutto il mondo e l’infezione, in assenza di vaccinazione, tende a verificarsi in età infantile. L’epidemiologia di questa infezione differisce tra zone temperate e zone tropicali, probabilmente sia per caratteristiche proprie del virus come sensibilità al calore, sia per caratteristiche proprie della zona come densità di popolazione e condizioni di igiene. In Italia l’incidenza stimata è di 99 casi su 100.000 abitanti all’anno. L’incidenza di tale patologia si è sicuramente ridotta dopo l’introduzione del vaccino, che viene somministrato insieme al vaccino di rosolia, morbillo e pertosse in età infantile.

La diagnosi, sia per la varicella che per lo Zoster, è solitamente clinica, possibile grazie al quadro di segni e sintomi estremamente caratteristico. Sono disponibili anche esami diagnostici di laboratorio, come la ricerca di IgM anti Varicella-Zoster.lo.

Per quanto riguarda la varicella la terapia solitamente è solo sintomatica. Per la sintomatologia simil-influenzale e per la febbre il trattamento consigliato è quello con il paracetamolo, è da evitare invece l’utilizzo di salicilati, come l’aspirina, per l’aumentato rischio di insorgenza di sindrome di Reye nel bambino. In caso di intenso prurito possono essere invece somministrati gli antistaminici. In ogni caso sono da adottare degli accorgimenti pratici, come l’evitamento del grattamento per scongiurare la permanenza di lesioni cicatriziali sulla cute, e l’isolamento del malato per evitare la diffusione della malattia. Nei soggetti maggiormente a rischio di complicanze è possibile utilizzare farmaci antivirali come Acyclovir; nei soggetti immunodepressi questa terapia deve essere effettuata per via endovenosa. Per quanto riguarda lo Zoster il trattamento deve iniziare entro le 72h dalla comparsa dei primi sintomi nei soggetti immunocompromessi ed è fortemente consigliato anche in soggetti immunocompetenti che presentino dolore intenso o rash facciale, soprattutto intorno all’occhio. Il trattamento è a base di farmaci antivirali come Famciclovir o Valaciclovir con somministrazione orale, che hanno dimostrato avere una maggiore biodisponibilità rispetto all’Acyclovir. Nei pazienti immunocompromessi vi è invece indicazione alla somministrazione della terapia per via endovenosa. Per quanto riguarda la gestione terapeutica della sintomatologia dolorosa possono essere somministrati farmaci antidolorifici e antiinfiammatori. La gestione clinica della sintomatologia legata invece alla nevralgia post-erpetica è invece più complessa e può richiedere farmaci come Gabapentin e Pregabalin, antidepressivi triciclici, soluzioni ad applicazione locale a base di anestetici locali come lidocaina, iniezioni di tossina botulinica. Nei casi di dolore refrattario alla terapia può essere necessario passare ad antidolorifici oppiacei o all’utilizzo del metilprednisolone intratecale.

La prevenzione di questa patologia si basa sulla somministrazione del vaccino anti Varicella-Zoster, disponibile dal 1995 e somministrato insieme al vaccino anti Morbillo, Rosolia e Pertosse. È stato dimostrato che questo vaccino ha un’efficacia del 95% nella prevenzione delle forme moderate e gravi e del 70-75% delle forme lievi. Si tratta di un vaccino sicuro e ben tollerato. La somministrazione avviene in due dosi, una intorno ai 12-15 mesi di età e la seconda intorno ai 5-6 anni. Questa vaccinazione risulta controindicata in caso di dimostrata allergia a componenti del vaccino e in caso di gravidanza; infatti, le donne che hanno effettuato la vaccinazione dovrebbero aspettare almeno un mese prima di intraprendere una gravidanza. La vaccinazione è consigliata invece anche nei bambini più grandi o negli adulti che non abbiano ancora sviluppato la patologia, in quanto l’infezione contratta in età adulta potrebbe determinare delle conseguenze cliniche più gravi. Per i soggetti ad elevato rischio di contrarre la varicella in forma grave, come neonati fragili o soggetti immunocompromessi, è indicato il trattamento con immunoglobuline per via intramuscolare se sono state esposte a persone infette, secondo la profilassi passiva; questa somministrazione deve avvenire il prima possibile e non oltre 96 ore dall’esposizione.
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