Benzene: il rischio supera il beneficio?

  • febbraio 24, 2025

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Il benzene è un composto organico volatile, appartenente agli idrocarburi aromatici e costituente naturale del petrolio greggio e dei suoi derivati. È un liquido incolore, infiammabile, che tende a volatilizzare facilmente a temperatura ambiente.

Secondo la IARC, Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, viene considerato cancerogeno di classe I, ossia una sostanza per la quale vi è evidenza certa di induzione cancerogena sull’uomo. Viene assorbito per contatto cutaneo o ingestione, ma più frequentemente per inalazione.

Poiché il benzene, come il toulene e lo xilene viene aggiunto alla benzina verde, in ragione della sua azione antidetonante, gli autoveicoli sono tra i principali responsabili di emissione del composto in aria ambiente mediante gas di scarico di veicoli a motore, alimentati a benzina. Lo troviamo in grosse percentuali in particolare in quelle zone di maggiore addensamento urbano o che siano snodi importanti per la circolazione del traffico.

Altre fonti di benzene per l’inquinamento indoor sono le vernici o le colle industriali, ed infine la combustione del fumo di sigaretta. Il benzene può inoltre contaminare acqua e ambiente mediante scarichi industriali ed inquinamento atmosferico. Lo troviamo inoltre nell’aria ambiente in seguito ad eventi naturali come incendi boschivi o fuoriuscita di gas dai vulcani. Talvolta piccole percentuali di benzene sono state trovate negli alimenti come uova, pesce, frutta a dimostrazione della facile permeabilità di tale inquinante atmosferico.

Viene considerato sostanza cancerogena certa secondo il decreto legislativo 81/2008 del testo unico per salute e sicurezza sul lavoro. Il meccanismo eziopatogenetico in relazione allo sviluppo di leucemia benzene-correlata trova ragione nella tossicità generata sul midollo osseo dai metaboliti del prodotto con mutazione del DNA cellulare e induzione di stress ossidativo. In particolare il danno viene generato da benzochinone muconaldeide che alterano le fasi di differenziazione cellulare per quanto riguarda le cellule progenitrici del sistema ematopoietico. Il benzene viene infatti rapidamente metabolizzato a livello epatico e diviene idrosolubile in circa 48 ore, per poi essere rilasciato nelle urine.

La categoria di lavoratori maggiormente esposti sono gli addetti alla riparazione dei veicoli, benzinai, lavoratori nella manifattura delle scarpe, operatori di tipografie, operatori di laboratori chimici e farmaceutici, operatori nell’industria di pesticidi, esplosivi, farmaci e cosmetici.

Lavoratori con esposizione occupazionale secondaria sono coloro che prestano la loro attività professionale in ambienti a maggior rischio di contaminazione ambientale come vigili urbani, autisti di bus o taxi.

Il benzene è agente cancerogeno in grado di causare leucemie ed inserito nella lista I nell’INAIL, nel gruppo 6. Per colori i quali esiste evidenza certa di esposizione al benzene l’INAIL deve indennizzare la malattia. È data indicazione al datore di lavoro di creare le migliori condizioni utili a ridurre il rischio mediante manovre preventive quali:

  • evitare il fumo negli ambienti chiusi;
  • evitare materiali contenenti benzene;
  • ventilare i locali quando in essi si trovino possibili fonti del composto;
  • dotare i sistemi di ventilazione meccanica di filtri adeguatamente controllati da un manutentore.

Per valutare la concentrazione nell’aria dell’ambiente di lavoro del benzene invece la normativa vigente è in riferimento al decreto legislativo n.155 del 13 agosto 2010 che fissa obiettivi di qualità e valore limite delle concentrazioni di diverse sostanze, tra cui il benzene.

Oltre alle normative vigenti a tutela della salute è fondamentale mettere in atto la sorveglianza sanitaria per coloro che sono maggiormente esposti mediante monitoraggio clinico e biologico o procedimento di allontanamento del professionista una volta accertato un valore soglia di esposizione.

 

FONTI

  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • AIRC
  • D.lgs. 81/08
  • ISS

 

 

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