Pillole di Dermatologia: la larva Migrans cutanea

  • aprile 14, 2025

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Le larve di alcuni nematodi penetrano per via transcutanea e danno vita alla classica dermatosi denominata “larva migrans cutanea” o, come fu descritta in Inghilterra da Lee, “creeping eruption”.

Tali nematodi, anche chiamati vermi cilindrici, di norma infestano alcune specie animali e sono:

  • Ancylostoma brasiliense, parassita di cani, gatti e animali selvatici. È presente in endemia in alcune zone dell’America Centrale e del Sud America, ma anche nelle zone a clima caldo umido di altri continenti;
  • Ancylostoma caninum, parassita del cane, che avendo difficoltà a penetrare può dare una tipica reazione orticarioide rilevata e serpiginosa;
  • Necator americanus, è responsabile di un’eruzione orticaria fortemente pruriginosa simile al parassita Ancylostoma caninum.

La penetrazione avviene tipicamente nel dorso del piede (non della pianta che è fortemente resistente) e negli spazi interdigitali, più raramente in mani, ginocchia e glutei.

Inizialmente viene percepita la puntura, non sempre rilevata da un esame visivo, seguita poi da eritema e papula pruriginosa, che segnano la prima tappa della migrazione del nematode.

La caratteristica principale è la lesione ad andamento serpiginoso e relativamente infiammata. Possiamo individuare nel tragitto del parassita una zona di testa, con aspetto papulo-vescicoloso o eritemato-vescicoloso, e una zona di coda, caratterizzata da aumentata pigmentazione e desquamazione. Ma tra tutti, il sintomo più riconoscibile è il prurito estremamente intenso.

Bisogna precisare che la lesione si trova solitamente nell’epidermide: i parassiti non hanno enzimi in grado di attaccare la membrana basale, impedendo loro di penetrare nel derma superficiale.

La morte delle larve avviene normalmente dopo un periodo che va dai 14 ai 56 giorni, ma considerata la natura dei sintomi e il rischio di infezioni batteriche, può rendersi necessario il trattamento.

La terapia consiste generalmente nell’uso di tiabendazolo per uso topico, in particolare sotto forma galenica, albendazolo o ivermectina. Alcuni dermatologi utilizzano in alternativa la crioterapia, con l’applicazione di azoto liquido sulla zona di testa del tunnel creato dall’avanzamento del parassita.

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