Gli herpes ad oggi conosciuti sono otto e sono tutti virus a DNA doppio filamento. Possono dare manifestazioni cliniche a livello della pelle e delle mucose (bocca, genitali ed ano) a seconda dei casi. Generalmente si configurano come patologie recidivanti (ovvero compaiono una prima volta e poi altre volte, successivamente). Non sono quasi mai gravi, salvo alcuni casi particolari. Sono virus diffusi nell’ambiente, quindi, contrarre l’infezione è abbastanza facile.
Nel caso dell’herpes labiale, 9 volte su 10 si contrae l’infezione in modo asintomatico durante l’infanzia, quindi la maggior parte degli adulti ha anticorpi anti HSV-1 senza aver mai avuto un herpes sul proprio labbro.
Nel caso dell’herpes genitale, invece, 9 volte su 10 si contrae l’infezione in modo sintomatico durante l’adolescenza, all’inizio della propria vita sessuale.
Infezione sintomatica significa comparsa di manifestazioni del virus sulla pelle o sulle mucose spesso associata a dolore e malessere; per infezione asintomatica si intende, invece, che incontriamo il virus e non ce ne accorgiamo ma il nostro sistema immunitario sviluppa anticorpi contro il virus.
Gli anticorpi sono le armi che il nostro sistema immunitario possiede contro qualcosa riconosciuto come potenziale danno per il nostro corpo e spesso, come nel caso del morbillo, sono fondamentali per non ammalarsi più. Ma questo non avviene nel caso dell’herpes.
Nei virus HSV-1 e HSV-2 possiamo avere anticorpi contro di loro ma non saranno sufficienti per evitare di averlo altre volte.
Per HSV-1 e 2 esistono, infatti, le infezioni ricorrenti, la ricomparsa periodica delle manifestazioni cliniche che spesso sono più sfumate rispetto alla manifestazione primaria.
La prima manifestazione dell’herpes labiale, nel 10% dei casi di coloro che lo sviluppano in modo sintomatico, è la gengivostomatite erpetica acuta. Si manifesta prevalentemente nei bambini tra i 6 mesi ed i 3 anni. Inizia con qualche giorno di dolore, fastidio, ipersalivazione e fatica a mangiare; successivamente compaiono vescicole sulle labbra, palato e gengive che poi si rompono e diventano ulcere. Spesso le manifestazioni si associano ad alito fetido, impossibilità ad alimentarsi, dolore, febbre ed ingrossamento dei linfonodi retroauricolari, cervicali e sottomandibolari.
Nonostante sia parecchio spaventoso, si risolve in 10-21 giorni circa.
Le manifestazioni successive sono più leggere e si presentano con pizzicore, fastidio e dolore al labbro e zone circostanti. Compaiono quindi vescicole a grappolo dopo qualche giorno dall’insorgenza dei sintomi. Anche in questo caso la risoluzione è spontanea ed avviene dopo qualche giorno.
La prima manifestazione genitale, si presenta con dolenzia, prurito e fastidio a livello genitale. Dopo qualche giorno compaiono vescicole, erosioni, gonfiore che possono estendersi fino anche alla radice delle cosce e del pube. Spesso per il dolore c’è anche ritenzione di urina. La risoluzione è spontanea e avviene in 2-3 settimane.
Nonostante tradizionalmente si consideri HSV-1 la causa del herpes labiale e HSV-2 la causa di quello genitale per le donne, nel 60% dei casi l’herpes genitale è dovuto ad HSV-1. La causa sembrerebbe connessa ai rapporti orali (ad esempio, un soggetto con HSV-1 lo trasmette a livello genitale alla partner). Nel 90% delle coppie eterosessuali in cui la donna ha manifestazioni genitali, il partner uomo ha solo storia personale di herpes labiale. Infine, nelle donne le manifestazioni sono più violente rispetto all’uomo.
Esiste, poi, l’herpes neonatale che però è raro ma potenzialmente molto grave. Può svilupparsi se la mamma contrae l’herpes per la prima volta durante la fine della gravidanza o in prossimità del parto. Solo in un 10% dei casi deriva da contatto del neonato con parenti con herpes labiale attivo.
- herpes oro-labiale: si manifesta con la comparsa di vescicole precedute poco tempo prima (ore) da un fastidio localizzato alla zona. Le lesioni possono estendersi alla cavità nasale o anche solo interessare solo il naso, risparmiando le labbra. Tende a risolversi naturalmente in 1-2 settimane.
- herpes genitale: si manifesta con ulcerazioni genitali e soprattutto le donne sono soggette alle forme ricorrenti del virus. Se l’infezione primaria era causata da HSV-2, le recidive tendono ad essere più frequenti. Tuttavia, come già specificato, anche a livello genitale è più frequente l’infezione da HSV-1. La presenza dell’herpes genitale può favorire la comparsa di vaginiti batteriche per una questione di squilibrio della flora locale. L’herpes genitale è considerata una malattia a trasmissione sessuale.
- patereccio erpetico: manifestazione rara, spesso confusa con il patereccio batterico (volgarmente, giradito) che compare quasi regolarmente nella stessa sede in ciascun soggetto, ovvero in corrispondenza di un’estremità di un dito della mano. Può essere una malattia professionale che si riscontra nel personale medico-sanitario.
- herpes gladiatorium: si manifesta in caso di contatto massivo e prolungato con soggetti infetti in occasione di attività sportive come rugby, lotta, football americano.
La diagnosi è prevalentemente clinica ma ci si può servire di esami microscopici diretti, dosaggi anticorpali o ricerca di DNA virale con tecnica PCR.
La terapia è stabilita dal dermatologo, dal curante o dal pediatra in base all’estensione della malattia e/o dei sintomi. È fondamentale sapere che le creme e gli altri prodotti topici antivirali sono di poca o nessuna utilità. Fondamentali sono, invece, i trattamenti per bocca ed eventualmente anche per via endovenosa, a base di antivirali.
Quando per la prima volta si entra a contatto con il virus, se la nostra pelle (regione orale o regione genitale) presenta delle piccole interruzioni di continuità, il virus entra e si moltiplica dentro le cellule della pelle. Poi, una volta risolta l’infezione primaria, il virus si nasconde dentro i gangli nervosi, il crocevia dei nervi, (a livello orale o sacrale) e lì rimane fino alla successiva manifestazione. La manifestazione secondaria può non comparire, comparire con regolarità (esempio nelle donne col ciclo mestruale) o solo in certi momenti di stress o di esposizione solare.
Di fatto, è bene sapere che dopo la prima infezione l’herpes rimane dentro il nostro corpo, annidandosi nei gangli. Ma con le buone istruzioni del dermatologo si riesce a renderlo meno fastidioso e frequente possibile.
Ha molte somiglianze con l’HSV-1 e 2: ama la pelle e i nervi, si presenta in una forma primaria (varicella) e nella sua ricorrenza (herpes zoster).
La varicella è una malattia esantematica tipica dell’infanzia e dell’età giovane-adulta.
Di solito non si manifesta prima dei 6 mesi perché ciascuno di noi eredita durante la gravidanza gli anticorpi protettivi contro la varicella che rimangono nel nostro sangue per circa 6 mesi dopo la nascita, appunto.
Il contagio avviene tramite droplets (goccioline di saliva) di un soggetto infetto. Ha un’incubazione di 14 giorni. Prima delle manifestazioni vescicolose sul corpo, il soggetto può essere completamente asintomatico oppure riferire la comparsa di mal di gola e febbriciattola per 2-3 giorni.
La malattia si manifesta con vescicole su pelle arrossata che rapidamente evolvono in pustole e poi in croste. Tipicamente si osservano al tronco e si estendono poi al volto ed al cuoio capelluto, mentre la regione palmo-plantare è generalmente risparmiata.
Il soggetto è contagioso da 2 giorni prima dalla comparsa delle vescicole a 5 giorni dopo la loro comparsa. In un tempo variabile tra i 5 ed i 25 giorni, le croste cadono.
Possono esserci delle complicanze: polmonite, sovrainfezione batterica delle lesioni crostose/ulcerate sulla pelle, encefalite e meningite. Negli adulti, può esserci il rischio di epatite fulminante o di porpora. Infine, nei soggetti con immunodeficienza può esserci un interessamento massivo degli organi interni nel cosiddetto quadro di “varicella maligna”. Come l’herpes simplex, la varicella è grave se si sviluppa in gravidanza perché può portare a conseguenze anche molto gravi per il feto.
Il trattamento è sintomatico: bisogna evitare di trattare la febbre con acido acetilsalicilico ma usare solo il paracetamolo. Fondamentali sono il riposo e la corretta idratazione. Nelle forme gravi si può ricorrere anche alle terapie antivirali in vena ed al ricovero ospedaliero.
Esiste anche un vaccino anti varicella che si somministra ai nuovi nati.
L’herpes zoster è la ricorrenza dell’VZV e si manifesta soprattutto nell’adulto, specialmente se ha avuto una varicella nei primi 4 anni di vita e/o se ha avuto una forma di varicella con poche lesioni e pochi sintomi. In queste situazioni il sistema immunitario non avrebbe sviluppato sufficienti anticorpi per proteggerlo dalla riattivazione del virus.
La malattia si manifesta soprattutto a livello del torace (il suo nome, zoster, deriva dal greco, cintura perché si osservano vescicole erpetiche disposte in banda, come la metà di una cintura), ma possono comparire lesioni anche su volto, braccia, gambe e regione lombo-sacrale.
Si caratterizza per un dolore fortissimo, insopportabile (infatti si parla anche di Fuoco di Sant’Antonio) e deve essere trattato subito ed al meglio per evitare che persista anche dopo la guarigione delle manifestazioni sulla pelle.
Esistono casi particolari e sono rappresentati dallo zoster oftalmico, che si sviluppa quando il virus interessa anche la cornea e l’uvea (fondamentale la collaborazione tra dermatologi e oculisti), e dallo zoster del condotto uditivo esterno (sindrome di Ramsay-Hunt II: comparsa di vescicole nella zona dell’orecchio, eventuale perdita dell’udito, vertigini e paralisi del nervo faciale con comparsa di alterazione della normale simmetria del volto, difficoltà a mangiare, bere e parlare. In alcuni casi possono, addirittura, esserci tutti i sintomi neurologici senza alterazioni cutanee.
La terapia è rappresentata dagli antivirali per bocca o in vena in casi particolari, ma anche dagli antidolorifici e vitamine del complesso B per preservare le guaine mieliniche dei nervi.
Esiste il vaccino per la prevenzione dell’herpes zoster ed attualmente è offerto ai pazienti a rischio e/o ai soggetti >50 anni.
Molto spesso determina un’infezione asintomatica: colpisce fino al 90% della popolazione mondiale
È presente nella saliva e nelle secrezioni genitali.
Come negli altri casi l’infezione determina la persistenza del virus nelle nostre cellule per tutta la vita.
Tipicamente si nasconde nei linfociti B e nelle cellule dell’epitelio orofaringeo.
Il HHV-4 è agente eziologico di varie patologie: mononucleosi, linfoma di Burkitt, carcinoma dell’orofaringe ma anche reazioni da ipersensibilità al virus (sindrome di Gianotti-Crosti), ulcere ano-genitali molto severe (ulcera di Lipschutz) oppure alterazioni della lingua nei soggetti con HIV (leucoplachia orale villosa).
La mononucleosi è tipica dei giovani adulti tra i 18 e i 25 anni; è detta anche malattia del bacio perché la saliva può essere un veicolo di infezione. Si manifesta con la comparsa di rossori (esantemi) di breve durata sul corpo, soprattutto al tronco ed alle braccia. Si associano a faringite, tonsillite e linfoadenopatie. La guarigione cutanea avviene senza sequele ma è possibile la persistenza di stanchezza per alcuni mesi dopo la guarigione. Spesso non è necessario nessun trattamento.
Nel caso della mononucleosi, se non viene riconosciuta come malattia ma confusa con una faringite batterica e, per questo motivo trattata con antibiotico (ampicillina), può comparire un rash cutaneo.
Si trasmette con urina, saliva, sangue, latte materno e secrezioni genitali.
Come per EBV, nella maggior parte dei casi l’infezione è asintomatica.
Il virus rimane all’interno dei linfociti, cellule endoteliali (cellule che formano i vasi sanguigni) e cellule staminali del midollo osseo.
Può determinare anch'esso una mononucleosi ed ulcere ai genitali molto simili a quelle da EBV, ma la sua principale pericolosità è in caso di immunodeficienza (può determinare riattivazione del virus con interessamento generale che può condurre a morte) e di gravidanza (se la mamma si infetta per la prima volta prima del 6° mese il feto può subire malformazioni gravi).
Agente eziologico della sesta malattia o esantema subitum che colpisce i neonati a partire dai 4 mesi ed i bambini fino ai 2 anni di vita. Dopo un’incubazione asintomatica, il bambino sviluppa una febbre elevata (39°, 40°C) senza alterazioni dello stato generale e, successivamente, dopo 2-3 giorni, si manifesta un esantema rosa pallido sul tronco, collo e poi sulle estremità con comparsa di macchie anche sul palato molle. Tutta l’eruzione scompare in circa 2-3 giorni senza bisogno di terapia.
Spesso, il virus HHV-6, è implicato in eruzioni paravirali, ovvero manifestazioni cutanee non legate al virus stesso ma alla reazione infiammatoria antivirale messa in atto dal nostro organismo contro di lui, come la pitiriasi rosea di Gibert.
Non presenta manifestazioni cutanee specifiche. Quando si verificano, sono simili a quelle dell’HHV-6, specie le manifestazioni paravirali.
Le sequenze del virus sono state isolate nelle cellule endoteliali coinvolte nel sarcoma di Kaposi nei pazienti con HIV.
Oltre al sarcoma di Kaposi, l’herpes virus si associa alla malattia di Castelman nei soggetti con infezione da HIV.
Saurat JH et al, Dermatologia e malattie sessualmente trasmesse Elsevier Masson 2017, 6° edizione