Un nuovo allarme è stato lanciato da Treviso: un signore di ritorno da un viaggio in Thailandia ha riportato un’infezione da gonorrea. Scrivono sulla stampa locale e nazionale che abbia esagerato in tema di “rapporti mercenari” in quel paese, tristemente noto per il turismo sessuale. Il souvenir si è rivelato purtroppo per lui piuttosto amaro. Un’infezione che sembra abbia dato una localizzazione molto fastidiosa: un’artrite settica gonococcica di un’articolazione della gamba. Questo caso presenta inoltre la particolarità che il microrganismo isolato è resistente a molti antibiotici.
La gonorrea è causata da Neisseria gonorrheae un microrganismo Gram negativo che si trasmette per via sessuale. Vediamo le differenze di sintomi e le relative complicazioni fra donne e uomini:
- Nelle donne la manifestazione clinica principale è un’uretrite, con bruciori e difficoltà a urinare, oppure una cervicite con secrezione giallo-verdastra, dolore durante o dopo i rapporti sessuali, prurito vaginale e/o difficoltà a urinare. Complicazioni: l’infezione da gonococco di Neisseria può raggiungere le ovaie e la cavità addominale, determinando una peritonite;
- Negli uomini, la gonorrea si manifesta con un’uretrite con secrezioni abbondanti, dense e di colore giallo-verdastro, bruciori e difficoltà a urinare. Complicazioni: la più comune e temibile della gonorrea è l'epididimite. Si tratta di un’infiammazione che può risultare dolorosa e che, quando trascurata, può portare alla sterilità.
Nell'1% dei casi, specie in soggetti debilitati e immunodepressi, il batterio responsabile della gonorrea può entrare nel sangue, causando setticemia, e colpire le articolazioni, provocando artrite gonococcica. Non mancano poi i casi di congiuntivite associati alla gonorrea.
Ma c’è appunto quell’ulteriore problema che richiede l’attenzione generale. Secondo l’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) anche il batterio Neisseria gonorrhoeae ha iniziato a mostrare resistenza ai trattamenti antibiotici di prima linea. I primi tre casi sono stati evidenziati in Europa due anni fa nel Regno Unito (uno) e in Australia (due), in tutti i casi caratterizzati da un alto livello di resistenza sia all’azitromicina che al ceftriaxone.
«Il problema maggiore è che il germe sta diventando sempre più resistente agli antibiotici, di conseguenza anche il trattamento antibiotico diventa sempre più difficile e complesso», avverte Pier Giorgio Scotton, che dirige l’unità di Malattie infettive presso l’Ospedale di Treviso.
L’emergere di fenomeni di resistenza per il batterio Neisseria gonorrhoeae potrebbe comportare un rischio anche per l’Europa, dove nel 2016 sono stati 75 mila i casi riportati della malattia, che si colloca al secondo posto tra le infezioni sessualmente trasmesse (STI).
Si sottolinea pertanto il rischio per i viaggiatori di contrarre questa malattia, che presenta questa spiccata resistenza a multiple terapie antibiotiche. Il consiglio è di fare un adeguato counselling nelle Cliniche di Medicina dei Viaggi prima di partire e di premunirsi comunque sempre con l’uso di preservativi in coincidenza di parentesi sessuali con partners occasionali di qualsiasi genere.